Visti UK per nomadi digitali: soluzioni per freelance e remote worker italiani
- Esiste un visto per nomadi digitali nel Regno Unito?
- Visti e soluzioni legali per freelance che desiderano trasferirsi nel Regno Unito
- Lavorare con clienti del Regno Unito… non vivendo nel Regno Unito!
- Principi fiscali e legali per freelance da remoto che collaborano con clienti nel Regno Unito
- Hightekers rende più semplice lavorare con clienti nel Regno Unito
Negli ultimi anni il fenomeno del nomadismo digitale e del lavoro da remoto ha conosciuto una crescita esponenziale (a fine 2024 oltre 35 milioni di lavoratori in tutto il mondo aveva scelto questa soluzione per il proprio futuro; +4,7% rispetto al 2023), spinto da una nuova cultura della flessibilità e da tecnologie sempre più avanzate.
Nel nostro Paese sempre più freelance, consulenti e lavoratori autonomi italiani scelgono di gestire la propria attività online viaggiando in maniera costante in tutto il mondo; tra il 2023 e il 2024 i professionisti che si riconoscono in questa figura sono passati dalle 800 mila unità ad oltre 3,5 milioni con una crescita del 350%,
Tra le motivazioni di chi sceglie di abbracciare questo cambiamento radicale troviamo:
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Mercati del lavoro più dinamici e ricchi di opportunità.
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Clienti internazionali e tariffe più competitive.
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Ambienti imprenditoriali favorevoli.
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Possibilità di networking e crescita professionale.
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Opportunità di imparare nuove lingue e trovare una cultura del lavoro aperta e avanzata.
Una delle mete più gettonate tra i nuovi nomadi digitali è il Regno Unito e, in particolare, la sempreverde Londra.
Esiste un visto per nomadi digitali nel Regno Unito?
Al momento il Regno Unito non offre un visto ufficiale per nomadi digitali. A differenza di altri Paesi europei che hanno introdotto programmi specifici per lavoratori da remoto il sistema britannico non prevede una categoria di visto dedicata ai freelance o ai remote worker stranieri.
Tuttavia questo non significa che lavorare con clienti UK o trascorrere periodi nel Paese sia impossibile. Tra le alternative più popolari che analizzeremo ritroviamo il Skilled Worker Visa, i visti per start-up o innovatori, il Frontier Worker Permit (per chi lavorava nel Regno Unito prima della Brexit) e, ancora, soluzioni temporanee come il Visitor Visa.
H2: Visti e soluzioni legali per freelance che desiderano trasferirsi nel Regno Unito
Presentiamo ora una panoramica schematica, chiara e aggiornata delle alternative attivate dal Regno Unito con alcuni dei principali vantaggi e svantaggi di ciascuna di esse.
Skilled Worker Visa
Lo Skilled Worker Visa è un visto per lavoratori qualificati che consente di lavorare legalmente nel Regno Unito per un datore di lavoro britannico sponsor. Richiede un’offerta di lavoro e il rispetto di criteri specifici su salario, lingua e competenze.
Vantaggi:
- Consente di lavorare legalmente nel Regno Unito con un datore di lavoro sponsor approvato.
- Può portare alla residenza permanente nel Paese dopo un periodo di 5 anni.
- Da accesso a servizi pubblici come, a livello sanitario, il NHS.
Svantaggi:
- Richiede un’offerta di lavoro da un datore di lavoro britannico autorizzato.
- Non adatto per freelance indipendenti o nomadi digitali.
- Costi elevati, inclusi il visto e il sovrapprezzo per la sanità.
Innovator Founder Visa (ex Start-up Visa)
L’Innovator Founder Visa è un visto britannico pensato per gli imprenditori non britannici che vogliano avviare un’attività innovativa nel Regno Unito. Richiede l’approvazione di un ente autorizzato e un’idea di business originale, scalabile e sostenibile. La versione precedente, chiamata “Start-up Visa”, era pensata per chi voleva avviare un’attività imprenditoriale nel Paese con pochi fondi iniziali.
Vantaggi:
- Ideale per imprenditori con idee innovative e scalabili.
- Possibilità di ottenere la residenza permanente dopo 3 anni.
- Permette di avviare e gestire un’attività nel Regno Unito.
Svantaggi:
- Richiede l’approvazione di un ente autorizzato per il business plan.
- Necessita di dimostrare fondi sufficienti per sostenere l’attività.
- Processo di candidatura complesso e competitivo.
Representative of an Overseas Business Visa
Il Representative of an Overseas Business Visa è un visto UK pensato per dipendenti senior di aziende estere che vogliono aprire una filiale o sede commerciale nel Regno Unito. Consente di vivere e lavorare nel paese per rappresentare ufficialmente l’impresa madre, ma non è adatto a freelance o imprenditori individuali.
Vantaggi:
- Consente di aprire una filiale o una consociata nel Regno Unito per conto di un’azienda estera.
- Può portare alla residenza permanente dopo 5 anni.
- Non richiede un investimento minimo di capitale.
Svantaggi:
- Disponibile solo per dipendenti senior di aziende estere.
- Non adatto per freelance o imprenditori individuali.
- Applicazione limitata a casi specifici.
Standard Visitor Visa
Lo Standard Visitor Visa è un visto per entrare nel Regno Unito fino a 6 mesi per motivi come turismo, visite a familiari, cure mediche private o meeting di lavoro.
Vantaggi:
- Facile da ottenere per soggiorni brevi fino a 6 mesi.
- Permette di partecipare a riunioni, conferenze e corsi.
- Costo relativamente basso.
Svantaggi:
- Non consente di lavorare o ricevere compensi nel Regno Unito.
- Non offre un percorso verso la residenza permanente.
- Limitato a attività non remunerate.
Frontier Worker Permit
Il Frontier Worker Permit è un permesso rilasciato prima della Brexit ai cittadini UE che vivevano fuori dal Regno Unito ma che, come i tradizionali “pendolari”, tornavano regolarmente nel Paese per lavorarci. Ancora oggi, rispettando determinati requisiti, il “Frontier Worker Permit” consente di entrare e lavorare nel Regno Unito senza bisogno di un visto.
Vantaggi:
- Ideale per chi lavorava nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020 ma risiede altrove.
- Permette di continuare a lavorare nel Regno Unito senza trasferirsi.
- Accesso a servizi come il NHS senza sovrapprezzo.
Svantaggi:
- Disponibile solo per chi soddisfa criteri specifici pre-Brexit.
- Non offre un percorso verso la residenza permanente.
- Necessità di dimostrare lo svolgimento di un’attività lavorativa regolare nel Regno Unito.
Altre opzioni per cittadini UE
Oltre ai visti standard, esistono alcune alternative per i cittadini dell’Unione Europea che desiderano trasferirsi nel Regno Unito. Tra queste, ci sono possibilità legate a circostanze personali, come la presenza di familiari già residenti nel paese, oppure il fatto di aver vissuto nel Regno Unito prima della Brexit. In certi casi, è possibile richiedere un permesso di soggiorno sulla base di questi legami, ma si tratta di soluzioni molto specifiche e non sempre accessibili a tutti.
Queste opzioni, seppur potenzialmente valide, presentano alcune criticità. I requisiti sono spesso complessi e variano a seconda della situazione personale. È necessario fornire documentazione dettagliata e prove concrete, e l’iter può risultare lungo e impegnativo. Inoltre, l’accesso al lavoro o ai servizi pubblici non è sempre garantito fin da subito, rendendo queste strade meno pratiche per chi cerca una soluzione diretta per lavorare nel Regno Unito.
Mettiamo ora a confronto i diversi permessi alternativi rilasciati dal Regno Unito ai liberi professionisti digitali italiani.

Lavorare con clienti del Regno Unito… non vivendo nel Regno Unito!
Collaborare da freelance con aziende del Regno Unito pur risiedendo altrove è possibileI liberi professionisti possono cogliere questa opportunità regolarizzando la propria posizione fiscale e legale all’interno del Paese nel quale risiedono; ecco i concetti fondamentali da tenere a mente:
- il reddito imponibile tassato “a monte” (UK) potrebbe comunque essere soggetto al pagamento dei contributi “a valle” (Italia) laddove il freelancer risiedesse in Italia per oltre la metà dei giorni in un anno (da 183 giorni in su) o se fosse iscritto all’AIRE mantenendo interessi economici o familiari In Italia;
- un freelance italiano non registrato fiscalmente nel Regno Unito e che emette fatture nei confronti di società inglesi deve attivare, in Italia, una partita IVA, registrarsi al VIES (Sistema Europeo per Operazioni Intracomunitarie);
- le società britanniche che godono di servizi fatturati da freelance italiani non correttamente registrati potrebbero essere tenute a pagare la VAT nel proprio Paese, a non usare il reverse charge e a essere sottoposte a controlli, rettifiche e sanzioni da parte da parte dell’HMRC.
Le convenzioni contro la doppia imposizione sono accordi internazionali firmati tra due Stati per evitare che lo stesso reddito venga tassato due volte: nel Paese di residenza fiscale del contribuente e nel Paese dove il reddito è prodotto.
Questi trattati stabiliscono regole precise per attribuire il diritto di tassazione a uno solo dei due Paesi o per permettere al Paese di residenza di riconoscere un credito d’imposta per le tasse già pagate all’estero.
Le convenzioni definiscono anche la residenza fiscale, le categorie di reddito (lavoro autonomo, dipendente, interessi, dividendi, ecc.) e le modalità di risoluzione delle controversie. Salvo alcune eccezioni, queste norme generalmente privilegiano la tassazione nel Paese di residenza salvo alcune eccezioni.
In Italia tali accordi sono ratificati dallo Stato e pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Lo scopo principale è favorire la mobilità internazionale e gli scambi economici riducendo i conflitti fiscali e l’evasione. L’Italia ha firmato convenzioni con oltre 100 paesi, tra cui Regno Unito, Romania e Stati Uniti.
Un esempio pratico
Un graphic designer italiano freelance che lavora per una società londinese deve aprire partita IVA, emettere fatture in regime di esportazione, applicare l’esenzione IVA (art. 7-ter), dichiarare i redditi in Italia e rispettare gli obblighi INPS Gestione Separata.
Obblighi e consigli principali:
- Partita IVA italiana: necessaria per operare come freelance legalmente in Italia.
- Fatturazione estera: indicare l’esenzione IVA per prestazioni a clienti UE (art. 7-ter DPR 633/72).
- Dichiarazione dei redditi: i redditi esteri vanno tassati in Italia come residente fiscale.
- Contributi INPS: iscrizione alla Gestione Separata con versamenti sui compensi percepiti.
Principi fiscali e legali per freelance da remoto che collaborano con clienti nel Regno Unito
Indipendentemente dalla scelta di trasferirsi per vivere e lavorare nel Regno Unito o offrire servizi da remoto a clienti britannici i freelance devono seguire alcune importanti regole fiscali e legali:
Residenza fiscale
Se vivi nel Regno Unito per più di 183 giorni in un anno potresti rientrare nel profilo fiscale di “residente”, con la necessità di dover pagare le tasse sia sui guadagni generati con imprese britanniche sia sui redditi derivanti da attività svolte per committenti in giro per il mondo.
Previdenza sociale e sanità
I freelance che si trasferiscono nel Regno Unito per lavoro dovranno versare, di regola, contributi alla National Insurance assicurandosi il diritto di accedere al sistema sanitario pubblico NHS una volta regolarizzata la propria registrazione.
Fatture multi-valuta
Lavorare con clienti internazionali significa anche emettere fatture in valute differenti; da quelle in sterline fino a quelle euro passando per altre in dollari è estremamente importante tenere in ordine i conti evitando errori al momento della dichiarazione fiscale.
Protezione dei dati (GDPR)
Chi raccoglie o gestisce profilazioni personali di clienti nel Regno Unito (dati anagrafici, email o informazioni sensibili) deve rispettare le leggi locali sulla privacy (simili al GDPR in vigore in Europa),.
Perché è importante rispettare le regole in vigore?
Ignorare questi aspetti può portare a condanne, multe, problemi legali o difficoltà a ottenere visti. Sempre più freelance scelgono di farsi aiutare da esperti così da lavorare in tranquillità e senza intoppi.
Hightekers rende più semplice lavorare con clienti nel Regno Unito
Capire le regole su tasse, leggi e visti è già complicato di per sé ma potrebbe diventare addirittura impossibile per tutti quei liberi professionisti che desiderano massimizzare il limitato tempo a propria disposizione per far crescere la propria attività.
Hightekers ti può aiutare a lavorare in tutto il mondo con clienti britannici senza dover aprire un’azienda nel Paese o sprecare tempo nel capire le complicate leggi sui permessi per i freelance.
Con Hightekers, i tuoi progetti freelance diventano un motore di crescita per la tua attività:
- Hightekers diventa il tuo datore di lavoro ufficiale garantendoti un contratto di lavoro valido nel Regno Unito. Non dovrai occuparti di nessuna procedura burocratica, fiscale e contributiva e potrai continuare a svolgere la tua professione in maniera legale;
- Avendo un contratto di lavoro nel Regno Unito, non dovrai di registrarti come impresa o aprire una partita IVA in Inghilterra, risparmiando tempo e denaro;
- Inoltre, avrai a disposizione un referente personale dedicato esperto in tematiche legali, fiscali e amministrative.
Che tu viva all’estero o stia pensando di trasferirti nel Regno Unito, con Hightekers puoi lavorare in modo sicuro e senza complicazioni!
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Anche se ad oggi non offre un visto specifico per nomadi digitali il Regno Unito resta un mercato del lavoro molto interessante per freelance e lavoratori da remoto.
Che tu voglia emigrare nel Regno Unito o lavorare con clienti britannici vivendo in un altro Paese il rispetto delle norme fiscali e legali dovrà essere sempre garantito.
Gestire tutto da soli può essere complicato, costoso e fonte di stress. Affidarsi a professionisti ti permette di risparmiare tempo, denaro e preoccupazioni.
Hightekers offre una soluzione intelligente e perfettamente conforme per i freelance internazionali che vogliono accedere al mercato britannico senza rinunciare alla propria libertà professionale.
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